La Maratona di New York di Roberto Paulini
La Maratona di New York di Roberto Paulini

Ciao a tutti,

sono reduce dalla Maratona di New York, e, visto che Beppe mi ha chiesto di scrivere qualcosa da pubblicare sul sito, eccomi a raccontare le mie impressioni.  

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Il mio punto di vista è quello di un maratoneta turista, visto il tempo parecchio alto dovuto a vari infortuni che mi hanno fatto perdere settimane e settimane di allenamento. Mi asterrò quindi da qualsiasi valutazione “podistica” e mi limiterò a raccontare il “contorno” della Maratona più famosa del mondo. Solo 2 valutazioni:

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  • Il percorso è abbastanza duro, con i famosi 5 ponti e il continuo saliscendi della seconda metà (1st Avenue, Central Park…..)

     

  • La Maratona di New York è molto più lunga di 42, 195 km: bisogna considerare di svegliarsi alle 4 per trasferirsi a Staten Island entro le 7, e poi aspettare le 10 – 10.30 (a seconda della wave di partenza) per partire. Dopo aver corso e tagliato il traguardo, ci vuole circa un’ altra ora per raggiungere il proprio bagaglio e uscire da Central Park. Insomma, non finisce mai……..

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Detto ciò, secondo me è un avvenimento unico nel suo genere, principalmente per il fatto che una città come New York si ferma per un giorno e partecipa in modo incredibile: si pensi che New York ha poco più di 8 milioni di abitanti, e si stima che circa 2 milioni siano gli spettatori lungo il percorso. Facendo un parallelo, sarebbe come se a Torino ci fossero 220 – 230 mila spettatori: impensabile…….Senza contare che questo avvenimento crea un giro d’ affari di circa 250 milioni di dollari (si, 250 milioni, non ci sono errori)

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Ci sono ovviamente alcuni “contro” nel partecipare a questa Maratona: bisogna iscriversi molto tempo prima (con i rischi di infortuni, situazioni lavorative……) tramite tour operators accreditati dall’ organizzazione (Terramia, Born2Run….ecc ): questo comporta costi abbastanza alti. Per avere un pettorale “dedicato” bisogna dimostrare di avere tempi notevoli sulla maratona o sulla mezza (e questo non è chiaramente il mio caso…….).

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Poi c’ è il trasferimento, con il problema del fuso orario. E il fatto che sei a New York, ed è quasi impossibile starsene a “riposo” in hotel: chiunque approfitta della situazione per girare, visitare…..e così la stanchezza si accumula. Insomma, non è proprio l’ ideale per chi cerca la prestazione.

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Infine, si è in un posto che ti porta “naturalmente” a spendere nello shopping ( e i costi lievitano……..)

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Però i “pro” secondo me sono infinitamente di più !

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L’ organizzazione è enorme, il percorso è affascinante, c’ è tutto il mondo, e poi….poi….la gente !

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La partenza sul Ponte di Verrazzano è un concentrato di adrenalina: si vede negli occhi dei runners la felicità per aver realizzato un sogno; si parte sulle note di “New York, New York” cantata da Frank Sinatra, e subito dopo il ponte si entra a Brooklyn. 17 – 18 km di grandissimo entusiasmo, con tantissimi newyorkesi di origine italiana, messicana, e chi più ne ha più ne metta. Una marea di bimbi che ti tendono la mano per battere “il cinque”, un sacco di signore che ti urlano “vai Italia”, bande musicali, cori gospel, vigili del fuoco entusiasti……

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Si arriva al Pulaski bridge (metà percorso) e si passa nel Queens. Da qui, dopo qualche km, si arriva sul Queensboro bridge, che porta a Manhattan (e da cui si gode del migliore panorama di Manhattan stessa). Poi si svolta sulla 1st Avenue: rettilineo di 5-6 km tutto saliscendi, con una marea indescrivibile di spettatori, che ti offrono acqua, banane, arance…..Bandiere al vento, striscioni, cori, abbracci, incredibile

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Alla fine della 1st Av. altro ponte che porta nel Bronx (io qui avevo già i crampi, e mancavano ancora 12 km). 2-3 km nel Bronx, ultimo ponte e si passa in Harlem. Ad un certo punto si costeggia un parco, e qualcuno crede sia già Central Park: invece no, la meta è ancora lontanuccia….

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Si imbocca la 5th Avenue (in leggera salita), e si costeggia il Central Park, sempre tra 2 ali di folla.

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Più o meno a metà del parco, si svolta e si entra dentro il parco vero e proprio. I colori dell’ autunno sono meravigliosi, ma sinceramente, al 38esimo km con un terreno tutto saliscendi, io non ci ho fatto tanto caso…..ero decisamente in crisi…..

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Una volta che si esce su Central Park south hai la netta sensazione che non ti fermerà più nessuno, neanche una bomba. Arrivati a Columbus circe si ritorna nel parco e da lì mancano 500 – 600 m, di pura goduria (a parte l’ ultima immancabile salitella a 100 m dall’ arrivo……)

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Quando tagli il traguardo sei al settimo cielo, ed è fantastico.

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Medaglia, ben meritata, e poi il “calvario” verso l’ uscita, dove si trovano persone che stanno male, fotografi, volontari, personale medico, un casino allucinante in cui si cammina al rallentatore, stanchi, infreddoliti, sudati…..

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Ma tutti ti guardano con ammirazione e ti fanno i complimenti (cosa che continua la sera, il giorno dopo…ecc, tutti in giro con la medaglia al collo).

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Durante la corsa ho visto gente senza una gamba (con protesi tipo Pistorius) che correva, gente senza 2 gambe (con protesi tipo Zanardi) che camminava con le stampelle, ciechi con la guida, gente accompagnata in carrozzina, senza contare i travestimenti più strampalati. Il giorno dopo ho incontrato 2 fidanzati di Roma, che sono arrivati col buio, quando stavano togliendo le transenne: contenti e straniti perché non si aspettavano una cosa del genere. Tutti accomunati da un sorriso enorme, per la felicità di esserci.

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Ecco, spero di essere riuscito a dare un’ idea della Maratona di New York. Ma sinceramente il modo migliore per vederla e viverla è partecipare, cosa che consiglio assolutamente a tutti almeno una volta.

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Ciao

Roberto