Alfio Borletto, La “mia” New York city marathon
Alfio Borletto, La “mia” New York city marathon

La  “mia”  New York city marathon

-Raccolgo con piacere l'invito dell'amico Beppe a raccontare la mia esperienza.

 

Partiamo dal presupposto  che per correre  una maratona non è proprio il caso di andare fino a New York, bisogna essere un po' bacati o spinti da qualche strana motivazione.

Diciamo che per uno pigro come me fare la maratona, ma soprattutto prepararla è un sacrificio immenso,  ma sono stati proprio i racconti di chi ha vissuto  di persona la NY MARATHON, ad invogliarmi  a correre con una certa costanza, e  da allora,  circa 10 anni fa,  il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di prendere parte a questo per me FANTASTICO EVENTO.

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Quest'anno a marzo dopo la mezza di Imperia corsa in compagnia dell'amico Gianni sono finito all'ospedale per due giorni, senza ottenere una diagnosi precisa, e proprio questo avvenimento mi ha fatto decidere che questo era l'anno giusto: il domani cosa avrà in serbo?

Ma a New York, specialmente se non ci sei mai stato, non ci vai solo per fare la maratona ma ti organizzi anche qualche giorno da turista.

Questa premessa perchè credo (e questo è un mio personale parere),  che riuscire a vivere a fondo l'esperienza della maratona da runner e nel contempo vivere a fondo l'esperienza da turista a New York sia, sia cosa assai ardua.

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Sono arrivato a New York il martedì sera cozzando immediatamente con il fuso orario che era “solo” di 5 ore indietro ma che a me ha stonato parecchio sia come turista e ancor più come podista; fin dalla prima notte la mia sveglia fisiologica suonava alle  2 del mattino (7 ora italiana) e bello grillo  il mio riposo era terminato.

Da mercoledì con mia moglie,  le mie due figliole e una coppia di amici abbiamo cercato di visitare l'impossibile; New York è veramente bella ma per visitarla in 4 giorni  devi farti un mazzo tremendo (in parte potevo considerarlo allenamento!?!) e già  comincia a balenarti l’idea che rischierai di non  fare al meglio la maratona alla domenica........

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Ah, già la maratona mi ero un po' dimenticato della maratona e di tutto ciò che le gira intorno.

Al giovedì mattina ore 7.30 allenamento in Central Park e foto di rito col gruppo Terramia e con quell'Orlando Pizzolato  che a New York ha vinto per 2 anni consecutivi negli anni 90, dopodiché,  ritiro pettorali da tutta un'altra parte della città, ma già questo è un evento, una coda composta di mezz'ora per  ritirare “quel pettorale” in mezzo ad un sacco di persone di tutte le nazionalità, numero 9-873 (e  già un pò di emozione sale), seguita da una  visita all'expo della maratona con   immensi stand di articoli per la corsa coronati  ovunque da immagini delle precedenti maratone che scorrono sui monitor ecc.ecc… dopodiché si ritorna a fare i turisti …. Quanti passi e che stanchezza……..

Il venerdì ci sarebbe nuovamente allenamento in Central Park sempre più popolata di runner di tutte le nazionalità e ... forme ... ma io ho fatto allenamento con le mie “donne” nei negozi della fifth avenue, e  visita alla statua della libertà.

Alla sera cerimonia di apertura della maratona con la sfilata di tutte le nazioni, spettacoli e fuochi d'artificio, cerimonia bellissima mi hanno riferito;  io nel frattempo ero a visitare il memoriale 11 settembre a Ground Zero, luogo di silenzio in cui due enormi fontane/monumento circondate dai nomi di tutte le persone cadute nella tragedia,  ricordano  le torri gemelle; silenzio anormale per una così  caotica città,  l'emozione anche qui è stata fortissima anche se di altro genere!

Al sabato mattina per le strade di Manhattan con arrivo a Central Park, si è tenuta una corsa di 5 km aperta a tutti, molto bella e caratteristica con solo 3000 persone  che però io ho vissuto solo da spettatore .

Nel  pomeriggio ho partecipato alla conferenza con Pizzolato e il Dj Linus che di NYC Marathon  ne ha già corse 10 (mah?????), i quali hanno descritto il percorso come duro (e avevano ragione) raccontato aneddoti e risposte alle domande dei più.

Da tutt'altra parte era organizzato il pasta party per gli atleti, come è stato organizzato a Vigone, ma siccome il numero dei partecipanti è piuttosto elevato, (47.000 più famigliari) a NY si tiene il giorno precedente alla gara:  io avevo il pass di entrata per le 16.00 (un pò presto), così ho optato per cenare ad un’ora per noi  piu’ consona con  amici e famiglia.

Sabato sera, ero  già completamente cotto e la maratona dovevo ancora farla, cominciano a venirmi dei dubbi che prontamente l'indomani si concretizzeranno, in una, a tratti spiacevole realtà.

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Parliamo della maratona, ero lì per quello.

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Sveglia alle 4.00, ritrovo alle 4.45, ore 5.00 trasferimento in bus per raggiungere  il battello, che spettacolo il sorgere del sole che  luccica sulle vetrate  dei palazzi di Manhattan;  scesi dal battello, altro  trasferimento in bus per arrivare nella zona che ho definito “stoccaggio runner”, siamo quasi alle sette, se Dio vuole dopo  due ore e quaranta, io che sono un fortunato partente dei primi 15.000, comincerò a correre. Ore 8.30 trasferimento nelle griglie e poi attesa di circa un'ora assiepati in piedi........ma ne varrà la pena!

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9.38 saluto della Presidente della corsa, saluto del Sindaco, poi se ho capito bene (perchè l'inglese lo parlo molto ….bene ma non lo capisco molto),  una cantante  ha eseguito una bellissima canzone in memoria dei caduti dell'11 settembre e qui devo ammettere qualche lacrima è scesa......ci siamo!..... colpo di cannone e sulle note di New york New york di Frank Sinatra si parte, il ponte di Verrazzano lo vedo stracolmo di corridori, ne ho davanti più di 9 mila, un carnaio di colori,  bellissimo, ma il ponte sale, primo km e mezzo tutto in salita, eccola la maratona di New York sali e scendi è cominciata.

Non riesco ad andare avanti per la massa di corridori che ci sono, ci metto 6 minuti a fare il primo km e 5 e mezzo a fare il secondo, sono stanco e non mi sento in gran forma ma appena terminato il ponte comincio ad incontrare la muraglia umana del pubblico che non ci abbandonerà per tutta la gara, ti incitano, applaudono, e poi per chi come me un po' narciso corre con la maglia dell' Italia e con scritto il proprio nome è un continuo vai Alfio, forza Alfio, e tu saluti, sorridi ti senti un vero atleta.

Ad ogni miglio o anche meno c'è un gruppo musicale che suona, che adrenalina che bello, ne valeva veramente la pena,..... in tutto questo non dimentico assolutamente di guardare il cronometro, sono 4 mesi che preparo questa maratona, voglio fare un buon tempo senza strafare e arrivare bene fino in fondo, al 7° km supero Linus che era partito con i top runner qualche minuto prima di me, sono soddisfatto sto tenendo una media di 4.40 al decimo, pubblico, applausi, incitamento scambio qualche battuta con qualche italiano, corro per 3 km con 3 graziose ragazze molto giovani, sapevo che correre da soddisfazioni, al 15° km mi salutano e se ne vanno, sono giovani pagheranno poi,.....ultime parole famose, arrivo a metà gara, sono a circa 1 ora e quaranta di corsa, sempre 4.40 di media al km, la stanchezza iniziale mi sembra passata, siamo al 25 km, c'è il ponte di Quensbboro da affrontare, 800 metri di salita, rallento ,”madoi se a munta”, faccio una fatica enorme a salire ma poi c'è la discesa.... che mi ammazzerà del tutto, comincio ad avere un male fortissimo alla gamba destra e qui la testa se ne va, comincio a pensare ai Km che mancano....corro male mi trascino per qualche Km, arriviamo nel Bronx  crampi fortissimi, mi fermo e mi faccio tirare la gamba da un uomo di colore che è tra il pubblico (lo so sembra una barzelletta).... sono amareggiato, ma come è possibile 3 settimane fa ho fatto 36 km con Andrea a 4.40 di media e oggi......tra crampi, fermate varie, riesco ad arrivare a Central Park ma devo ancora fare 6 km come andare da Scalenghe a Vigone, non c'è la posso fare, e il tempo che speravo di fare ?, che sconforto ….ma poi penso alla mia famiglia, ai miei amici che sono da qualche parte e con   immensa fatica vado avanti, li vedo a 500 metri dall'arrivo, mi salutano, mi incitano, mi sorridono entusiasti e  con gioia io ricambio  un sorriso,….. “ma perchè devo tribolare così, non farò mai più maratone!”  e intanto arrivo allo striscione d'arrivo dove alzo le mani come un vincente.

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ANCHE SE IL TEMPO E' DI 3 ORE E 48 MINUTI, COMUNQUE IL MIO SOGNO E’  REALIZZATO.

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Dopo l'arrivo ti danno quel telo che sempre avevo visto in televisione, mi mettono al collo la medaglia che bello però ho un male tremendo alle gambe, non riesco neanche a gioire devo fare ancora circa 2 km per arrivare a ritirare la mia borsa e a salire sul bus  che mi riporterà all'hotel  alle 4.00  del pomeriggio, dopo 11 ore da quando ne ero uscito. Che fatica, ma  che emozioni, che spettacolo, ti senti orgoglioso di esserci stato......ed ogni giorno che passa è sempre più grande la soddisfazione e la gioia di aver vissuto questa esperienza.

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A New York si possono vivere giorni intensi di sola maratona con tutti gli avvenimenti che le stanno intorno, o fare anche i turisti.

Le due cose sono difficili da fare insieme, ma se ci si accontenta come ho dovuto fare io per quanto riguarda il tempo (neanche fossi un top runner), New York è un'esperienza veramente unica…..

Pensateci.

 

 

alfio