IL MIO PRIMO TRAIL

Tre, due, uno, via! E’ la prima volta che mi capita di partire per una gara correndo sulla sabbia e la sensazione è veramente particolare. Siamo a Laigueglia e finalmente faccio la mia prima esperienza in un trail,  la distanza non  proibitiva, 26 km,  e il dislivello positivo accettabile, 1000 m, mi hanno portato a scegliere questa gara e le previsioni decisamente buone dovrebbero rendere  il tutto più che gradevole.

Mi accompagna Beppe Viotto e là incontriamo Livio Castagno,  esponente del CAI Vigonese, sono entrambi quasi veterani del trial e Livio  ha già corso qui a Laigueglia. Ne approfitto quindi per farmi dare indicazioni e consigli su una disciplina per me ancora nuova. Mi accorgo da subito che l’atmosfera è molto diversa  rispetto a quella che si respira  prima delle gare su strada, qui il rilevamento cronometrico  diventa quasi irrilevante e l’attenzione è  rivolta in modo particolare al percorso. Ho l’impressione che anche l’età media   sia tendenzialmente  più bassa e il numero  meno alto  di partecipanti fa si che molti si conoscano.

 Partiamo nelle retrovie e dopo il primo km corso sulla spiaggia cominciamo a salire su di un sentiero stretto nel quale ci troviamo imbottigliati quasi subito e il ritmo diventa quello di una gita di montagna.  Scollinati alla prima altura decido di accellerare  un po’ anche perché, complice la prima discesa, gli spazi aumentano.

 Giunto in prossimità del 7° km mi accorgo di avere una scarpa allentata e onde evitare spiacevoli sorprese, decido di fermarmi per  legarla meglio. Quando riparto raggiungo una coppia che mi aveva nel frattempo superato. A questo punto l’inesperienza  diventa protagonista. Nel tentativo di individuare il punto adatto per superare i due che ho davanti, finisco per avvicinarmi troppo e quando il tipo che mi precede evita improvvisamente una buca, io non riesco a vederla e ci finisco dentro con il piede sinistro rischiando anche una bella caduta.  Sono investito da una fitta acuta di dolore e l’esperienza di ex pallavolista mi fa capire immediatamente di essermi fatto una bella distorsione. Mi avevano avvertito di essere attento a  questo tipo di rischi ed ecco che, come una iettatura, la più scontata delle raccomandazioni  si è  avverata:  ero lì,  nel bel mezzo delle montagne sopra Laigueglia  con una caviglia dolorante e 19 km  di saliscendi ancora da percorrere!  Provo a camminare e la cosa sembra fattibile, quindi  provo a corricchiare e il dolore  sembra ridimensionarsi. Procedo con cautela   con il terrore che la caviglia possa cedere da un momento all’altro, ma dopo un km il dolore sembra sparire quasi del tutto.

 Il percorso si rivela davvero interessante  e il bel tempo  previsto  contribuisce a rendere la corsa decisamente piacevole. L’organizzazione  di buon livello, ha provveduto ad allestire numerosi punti di ristoro e proprio questi mi scandiscono le distanze. Giungo così all’ultimo,  situato al 20° km,  resta ormai soltanto una salita di un paio di chilometri e poi giù verso Laigueglia.

 Corro la prima parte della discesa da solo fino a raggiungere un terzetto proprio quando comincia il ripido. Da subito capisco che i miei compagni sono esperti  di discesa e la velocità che impostano mi dimostra quanto sia vero che chi fa trail ti impressiona più quando scende di quando sale.  La mia concentrazione  è massima e gli occhi sono attenti  a dove metto i piedi , non mi sembra possibile correre così veloce su un sentiero di montagna che in alcuni punti mi sembra addirittura il letto di un ruscello.  Del terzetto che ho davanti mi precede una ragazza che è sorprendente per l’abilità e l’esperienza che dimostra mentre scende, io mi rendo conto di viaggiare sui miei limiti, abbiamo già  percorso almeno 500 metri di discesa ripida e la cosa sembra non voler terminare,  la tentazione è quella di rallentare ma l’adrenalina è in circolo e adesso nessuno mollerebbe mai. Finalmente tra i rami si intravedono i tetti delle case  del centro ma solo negli ultimi cento metri la discesa si attenua. Attraversiamo il sottopasso dell’Aurelia e giungiamo finalmente alla spiaggia, ormai resta un solo chilometro che per non faticare troppo corro per intero  sul bagnasciuga.

 

 Al traguardo i convenevoli  di rito,    incontro  la ragazza con cui ho corso l’ultima  discesa e mi complimento con lei,  scoprirò poi che si è classificata quarta tra le donne e che come prevedevo aveva già una certa esperienza nei trail.

 

 Finisce così la partecipazione al mio primo trail, una  bellissima esperienza con annessi e connessi, e a parte l’infortunio alla caviglia che all’arrivo si è rivelata  grossa come una mela, l’intenzione per il futuro è senz’altro quella di partecipare ad altre gare di questo tipo, con Beppe e magari con qualche altro neofita.

Valerio Restagno