La "6Ore" di Giorgio Roccati
La "6Ore" di Giorgio Roccati

Racconto di una 6 ORE nel Parco Ruffini a Torino.

Tutto nasce nel voler approfittare per provare il percorso, dove ad Aprile si svolgerà il Mondiale della 24 Ore, … ohi ragazzi …. parliamo di mondiale, quindi immagino che, percorso e organizzazione siano impeccabili,  meglio ancora degli organizzatori della Mezza di Varenne. Inoltre è per me occasione di fare un allenamento più lungo, in preparazione di una 100 KM.

Se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata inizia alla grande. Arrivo alle 8.30 al Ruffini, sono tra i primi a ritirare il pettorale ed il ricco pacco gara (mega borsetta dello sponsor, qualche ricco consiglio cartaceo, magliettina posata sul fondo).

Ai mè, dimentico a casa le spille per il pettorale, no problem, chiedo all’Organizzazione presente al momento, tre persone che stavano montando un gazebo, e risolvo subito la mia distrazione … mi rispondono che le hanno finite …  bhò evidentemente hanno sbagliato i conti nell’acquistarle, sono solo le 8.30 e sarò stato il secondo a chiedergliele.

Proseguo nel cammino e vado a chiedere ad altri organizzatori informazioni nel merito a spogliatoi e deposito borse, mi arrivano risposte confuse e frammentate … evidentemente sono molto emozionati per l’evento che stanno preparando capisco che a volte l’emozione gioca brutti scherzi, del resto si stanno preparando ad un evento MONDIALE, sotto i riflettori non solo degli amici del Bar, non so se rendo l’idea devono dare lustro al nostro paese. 

Sono abbastanza grande e decido di aggiustarmi, trovo spogliatoio, bagno, e deposito borse all’avventura. La mia borsa la depositerò poi con altre borse, lungo il percorso alla mercedi di tutti …. gli atleti ovviamente. Evito il riscaldamento, tanto avrò tempo a fondermi, faccio una ricognizione sul percorso, il percorso si articola partendo dalla pista del Primo Nebbiolo, si gira all’interno del parco e si rientra in pista per un totale di 2000 mt. Incontro amici e tutta la Nazionale Italiana di Ultramaratona, minch !! non trovo bagni, punto ristoro, eventuali cestini porta rifiuti, ma sono certo… sicuramente li metteranno più tardi, manca ancora un’ora alla partenza.

Alle dieci ci radunano sulla pista, non siamo in molti, sia noi della 6Ore e quelli che correranno la 10 KM, al pronti via partiamo facciamo gruppo: io, Alberto, Marco e Beppe tutti della Vigonechecorre, la prima mezz’ora passa tra chiacchiere, pettegolezzi e risate varie, poi entriamo nella gara, perdo il Presidente un po’ perché corre più veloce di noi un po’ perchè fa foto ovunque, mi stacco da Marco e Alberto perché abbiamo passi diversi e mi stabilizzo sul mio ritmo. L’obbiettivo è di arrivare alla maratona nelle 4 ore, il percorso, rigorosamente transennato, e riservato solo agli atleti, offre un panorama fiabesco, si corre in mezzo a famiglie che vanno in bicicletta, ragazzi sui pattini e genitori con passeggini, penso … chissà passate le quattro ore, quando i miei riflessi saranno più lenti del più lento bradipo che c’è sulla terrà come farò a scartare tutte questi magnifici ed imprecisi ostacoli ? …  sarà una figata.

Allo scadere delle tre ore e 40, passo i 42 KM sono felice e sereno, insomma mi sento bene, alle quattro ore passo i 45 Km, di colpo le gambe si appesantiscono e si incollano alla strada, perdo la concentrazione e mi prende un po’ di ansia, vedo Marco in lontananza, lo raggiungo e cammino con lui. Camminiamo a passo sostenuto per circa due km, nel frattempo mi fermo a mangiare al mio tavolo del ristoro portato da casa: noci-mandorle e parmigiano, preferisco evitare il ricco ristoro offerto, onde evitare di perdermi in leccornie, mi passa per la testa l’immagine del ristoro della Mezza a Vigone, tutto un’altra cosa, il tempo è prezioso continuo a correre.  

La camminata, e la chiacchierata con Marco, oltre ad essere stata piacevole, mi è servita, mi ha rigenerato le gambe, manca poco più di un ora e mezza riprendo il ritmo e provo a mantenerlo facendo attenzione a non cadere nella disidratazione, bevo molto ad ogni giro, un po’ da un torello sul percorso offerto dalla città di Torino, un po’ dal tavolino del ristoro, dove si intravede qualche biscotto, qualche pezzetto di frutta, dei frammenti colorati di materia che sembrano, dal profumo a salame, prosciutto e forse del formaggio, ovviamente il tutto è solo una prova, al mondiale tutto sarà diverso, e che dire dei bagni sul percorso … bhè … non problem, se hai bisogno perché in sei ore potrebbe capitare, puoi uscire dal percorso, salire le scalinate del Centro Sportivo e andare in bagno, oppure, usufruire dell’aiuola nel controviale del Parco, ahh !!! e se devi buttare un bicchiere di plastica un fazzolettino o qualsiasi altra cosa ... non problem … l’organizzazione ha messo a disposizione un grosso contenitore come la strada, poi verso fine giornata è apparso un bidone.

Sono quasi alla fine, mancano una trentina di minuti, provo a dare fuoco alle ultime polveri, allungo per quel che posso, i riflessi non sono più quelli della mattina, una “madama di Turin” mi attraversa la strada a circa due metri di distanza, sono troppo reattivo e la centro di striscio, la “tòta” mi benedice e mi saluta, ma mi consolo subito perché poco più avanti vedo un collega che sperona un ciclista … tranquilli … sono sbavature, per il mondiale andrà sicuramente meglio.

Entro in pista, credo per l’ultimo giro, i giudici mi danno il piattello che dovrò poi posare a terrà dove mi troverò allo sparo di chiusura gara. Le gambe girano, girano bene riesco ancora a fare un giro, primo sparo, manca un minuto faccio uno scatto fulmineo sempre ricordando il bradipo, secondo sparo, mancherebbero pochi metri ad entrare in arena, poso il dischetto e stacco il cronometro, il mio orologio mi dice che ho percorso 60 km e novanta metri, risulteranno poi dalla giuria qualcosa in meno ma va comunque benissimo.

Comunque sia è stato un successo, mi sento bene, sono stanco ma non ho problemi fisici di alcun tipo riesco, a farmi una doccia calda a sentire alcuni comuni commenti negli spogliatoi sull’andamento della giornata e gambe in spalla vado a casa felice e contento, passo dal ristoro per vedere se possono darmi un bicchiere d’acqua … non c’è più il gazebo del ristoro è già stato smontato.

Bè che dire, speriamo che oggi l’ansia e l’emozione abbiano preso il sopravvento  perché se no sarà una figura di merda mondiale.

Alla prossima …. rrrrrrrrrrunners !!!!  

Giorgio